JOSIF BRODSKIJ
OPERAMONDOlibri LATORRE EDITORE
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Chinati, ti devo sussurrare all'orecchio
qualcosa:
per tutto io sono grato, per un osso
di pollo come per lo stridio delle forbici
che già un vuoto
ritagliano per me, perché quel vuoto è Tuo.
Non importa se è nero. E non importa
se in esso non c'è mano, e non c'è viso, né
il suo ovale.
La cosa quanto più è invisibile, tanto più è
certo
che sulla terra è esistita una volta,
e quindi tanto più essa è dovunque.
Sei stato il primo a cui è accaduto, vero?
E può tenersi a un chiodo solamente
ciò che in due parti uguali non si può
dividere.
Io sono stato a Roma. Inondato di luce. Come
può soltanto sognare un frammento! Una dracma
d'oro è rimasta sopra la mia retina.
Basta per tutta la lunghezza della tenebra.
POESIE ITALIANE/Elegie romane
POESIE ITALIANE/Elegie romane
trad. Giovanni Buttafava
Adelphi 1996
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Voce Nazzareno Luigi Todarello
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