Dans vos viviers,dans vos étangs,
Carpes,que vous vivez longtemps! Est-ce que la mort vous oublie,
Poissons de la mélancolie.
UN MONDO DI LIBRI
UN LIBRO DEL MONDO
LATORRE EDITORE
OPERA
MOZART
Le nozze di Figaro
libretto di Lorenzo Da Ponte
dalla commedia Le Mariage de Figaro di Pierre-Augustin Caron de
Beaumarchais
Commedia per musica in quattro atti
Prima: Vienna, Burgtheater, 1 maggio 1786
Personaggi
il conte d’Almaviva, grande di Spagna (B)
la contessa d’Almaviva, sua moglie (S)
Susanna, cameriera della contessa (S)
Figaro, cameriere del conte (B)
Cherubino, paggio del conte (S)
Marcellina, governante (Ms)
Bartolo, medico di Siviglia (B)
Basilio, maestro di musica (T)
Don Curzio, giudice (T)
Antonio, giardiniere del conte e zio di Susanna (B)
Barbarina, sua figlia (S)
paesani
contadinelle
Come Masolino e Masaccio, secondo la celebre ricostruzione longhiana, pur
lavorando insieme alle pareti della Cappella Brancacci, vivevano uno
nell'autunno cortese del Medioevo - 'col suo mondo tutto cantabile e
trascolorante in uno spazio luminoso e impreciso' - e l'altro nell'incipiente
Rinascimento - la vita come 'dramma quotidiano di forme e di gesti stabiliti in
uno spazio inconfutabile' - così non c'è modo migliore per percepire con
evidenza la portata epocale delle Nozze che ascoltarle subito dopo Il Matrimonio
segreto. La realtà salta agli occhi: il capolavoro di Cimarosa ci appare come il
sontuoso epilogo, convenientemente larmoyant, di una tradizione gloriosa. In
esso personaggi come figure di carillon volteggiano senza piedi sul pavimento
diafano, tutti immersi in una luce come di neon. Inutile cercare sotto la pelle
degli avvenimenti i nervi delle motivazioni. L'azione non ha bisogno di cause
interiori. C'è un genere ben stagionato che pensa a tutto. E il pubblico, quando
si rispettano i generi, è contento. Le Nozze mozartiane al contrario, pur
essendo cronologicamente addirittura precedenti, appartengono al mondo che deve
ancora venire, sono una delle opere che lo fondano. La 'folle giornata' è il
turbinio delle volontà contrastanti. Gli abiti settecenteschi passano dai
manichini agli uomini. La descrizione dei desideri si sdogana. E finalmente
anche i servi ne provano di legittimi. Gli acquerelli settecenteschi non sono
più sufficienti a dipingere il mondo che si trasforma. Occorrono pigmenti meno
diluiti, capaci di amalgami profondi e bruschi chiaroscuri tonali, per poter
rappresentare l'erompere vulcanico delle nuove energie sociali. Mozart lo sa, lo
sente, ha il talento per farlo, e lo fa. Il resto appare improvvisamente coperto
di polvere gessosa, come le parrucche che tra qualche anno un decreto del
governo rivoluzionario francese proibirà di indossare.
Eppure questo Himalaya del teatro musicale è così mirabilmente costruito, con
tale stupefacente appropriatezza, che la scalata ne risulta agevole.
L'espressione dei sentimenti nel loro continuo 'fluire di tinte' è sempre e solo
quella giusta, 'naturale', secondo le istanze etico-estetiche diffuse in Europa
dagli illuministi. I conflitti, gli equivoci, gli intrighi e gli inganni
scorrono sotto i nostri occhi, si annodano, si arrovesciano e si sciolgono con
modernissima verosimiglianza. Certo è anche merito del libretto bellissimo di Da
Ponte, ma è la musica che sbalza i personaggi, che li fa emergere dalla pagina,
che crea una tale pressione di note addensate intorno a essi da farli schizzar
fuori, come il leone appena creato nel Paradise Lost di Milton, che viene su
dalla terra ruggendo e strattonando per estrarre le zampe posteriori.
Dal gran baule dei suoni viene fuori la drammaturgia musicale nel suo stato di
grazia. Il tessuto è iridescente, di tale delicatezza e densità da non stancare
mai la mano. Tastarlo a lungo, gustare la sapienza dell'intreccio, le meraviglie
di un ricamo senza pari, la forza semplice delle annodature, la profondità dei
colori contrastanti, la fattura magistrale dell'insieme... il tutto donato senza
ostentazione, come se niente fosse, è per ogni ascoltatore fonte continua di
gioia autenticamente umana, di battesimale nutrimento spirituale.
La trama
Atto primo
Camera non affatto ammobiliata
Susanna spiega a Figaro perché non vuole assolutamente che la loro futura camera
da letto sia proprio la stanza in cui si trovano, vicina all'appartamento del
conte di cui sono servitori. Figaro non capisce perché la sua futura sposa non
voglia una camera tanto comoda, per cui Susanna è obbligata a dirgli ciò che non
avrebbe voluto dirgli. Figaro ascolta meravigliato che il Conte corteggia da
tempo la sua fidanzata. Quella camera così comoda offerta al suo fido servitore
prende ora ai suoi occhi un aspetto diverso. Figaro medita vendetta.
La vecchia ma vogliosa governante Marcellina dice a don Bartolo, avvocato, che
intende avvalersi di una cambiale di matrimonio firmata da Figaro a suo favore,
per un prestito in denaro, che ora è scaduta. Figaro dovrà sposarla. Don Bartolo
è ben contento di occuparsi della cosa. Avrà così modo di vendicarsi di Figaro
che, molto tempo prima, ha aiutato il Conte a sottrargli la sua pupilla Rosina,
che ora è la moglie del Conte.
Susanna ascolta i piagnistei di Cherubino, un paggio adolescente nel pieno
rigoglio dei sensi. Il Conte lo ha sorpreso in atteggiamento affettuoso con la
giovanissima Barbarina, cugina di Figaro, e ha deciso di cacciarlo dal castello.
Susanna lo prende bonariamente in giro per le sue continue avventure in cerca di
ragazze e lui confessa che sì, ogni donna lo turba.
CHERUBINO Non so più cosa son cosa faccio / or di fuoco, ora sono di ghiaccio...
/ ogni donna cangiar di colore, / ogni donna mi fa palpitar.
Si sente la voce del Conte che arriva. Cherubino, spaventato si nasconde dietro
l'unica cosa a portata di mano, la poltrona, che costituisce tutto l'arredamento
della stanza. Il Conte arriva e, pensando di essere solo con Susanna, le
dichiara il suo amore, chiedendole un appuntamento in giardino. Per questo,
dice, è disposto a pagare bene. Ma si sente la voce di don Basilio, maestro di
musica, che sta per entrare. Il Conte si nasconde dietro la stessa poltrona di
Cherubino, che appena in tempo riesce a scivolare via dall'altra parte e a
nascondersi sopra la poltrona stessa, coprendosi con una vestaglia.
Don Basilio è venuto per raccomandare a Susanna, che, con i due nascosti, è
agitatissima, di cedere ai desideri del Conte, che è generoso e discreto.
Insinua poi che Susanna sia in realtà interessata al paggio, che invece è un
chiacchierone imprudente, invaghito di tutte le donne del castello. Tra l'altro,
aggiunge il maestro di musica ruffiano, sarebbe opportuno redarguire il
giovinastro che a tavola guarda con troppa insistenza la Contessa. Se ne sono
accorti tutti. Salta su il Conte. Come tutti!? Quel Cherubino sarà presto punito
come merita. Il Conte lo ha sorpreso in casa di Barbarina. Lui, racconta il
Conte, lo ha trovato sotto il tavolo, tirando via la tovaglia, così. Dicendo
questo il Conte tira via la vestaglia e vede, sbalordito Cherubino rannicchiato
sulla poltrona. Il maligno Basilio gongola. Il Conte è esterrefatto, furioso,
offeso. Ma deve trattenersi perché arriva Figaro che ha pensato di rintuzzare i
tentativi del Conte mettendolo alle strette. Ora infatti è qui con una brigata
di paesani e con un velo bianco che il Conte stesso dovrebbe porre in capo alla
sposina. E' una provocazione. Ma il Conte deve far buon viso a cattivo gioco.
Riesce però a differire la cerimonia, dicendo che queste cose devono essere
fatte come si deve, più tardi, dopo una accurata preparazione. Uscito il coro il
Conte ordina a Cherubino di partire immediatamente per Siviglia dove si
arruolerà come capitano. L'atto finisce con Cherubino affranto, Susanna
dispiaciuta per lui e frastornata dagli avvenimenti, Figaro che incrudelisce sul
giovane.
FIGARO Non più andrai farfallone amoroso / notte e giorno d'intorno girando, /
delle belle turbando il riposo, / Narcisetto, Adoncino d'amor.
Atto secondo
Camera ricca con alcova e tre porte
Il secondo atto inizia con una bellissima e malinconica aria della Contessa. Suo
marito non l'ama più e va in caccia di altre donne.
CONTESSA Porgi, amor, qualche ristoro / al mio duolo, a' miei sospir. / O mi
rendi il mio tesoro, / o mi lascia almen morir.
Entra Susanna e racconta alla sua padrona come il Conte l'abbia insistentemente
corteggiata. Entra Figaro e illustra alle due donne il suo piano d'azione:
Susanna manderà un biglietto al Conte dandogli un appuntamento in giardino, come
da lui richiesto. All'appuntamento però ci andrà Cherubino vestito da donna. Al
momento giusto la Contessa potrà così sorprendere il marito in flagrante
tradimento e lui, per la vergogna, rinuncerà ai suoi tentativi di ritardare le
nozze. Figaro esce per andare a cercare il paggio e mandarlo dalle due donne.
Cherubino arriva. Susanna comincia vestirlo da donna. Poi va a cercare un nastro
per i capelli. Ma ecco che il Conte bussa alla porta, precedentemente chiusa a
chiave da Susanna. Cherubino, terrorizzato, si nasconde nel guardaroba e si
chiude dentro a chiave. La Contessa, agitatissima, apre. Il Conte ha ricevuto un
misterioso biglietto che accusa di infedeltà la Contessa. Ora la porta chiusa a
chiave e la palese inquietudine della moglie lo mettono in allarme. Si sente un
rumore dal guardaroba. E' Cherubino che ha fatto cadere qualcosa. Il vuole
sapere chi c'è là dentro. E' Susanna, dice la Contessa. Perché non apre?, dice
il Conte. E' in abito da sposa, dice la Contessa, non sta bene farsi vedere. Il
Conte non crede a sua moglie e, visto che lei non vuole dargli la chiave, la
obbliga a seguirlo per andare a prendere l'occorrente per forzare la porta.
Nell'uscire naturalmente si chiude la porta della stanza alle spalle. Ma Susanna
era entrata già da prima e, non vista, aveva assistito alla scena. Ora è chiusa
dentro insieme a Cherubino che, uscito dal guardaroba corre di qua e di là
cercando una via di fuga e infine la trova. Si butta dal balcone in giardino e
scappa via. Susanna si chiude nel guardaroba appena in tempo. Rientrano il Conte
e la Contessa. Il Conte è armato. Crede fermamente che nel guardaroba ci sia
l'amante della moglie e vuole ucciderlo. La Contessa, che crede che là dentro ci
sia ancora davvero Cherubino, è terrorizzata e cerca in ogni modo di calmare il
marito, finché confessa, non può fare altro, che in effetti là c'è chiuso un
giovane, ed è anche vestito da donna, mezzo nudo. Il Conte è furibondo e
terribile, ma ecco che dal guardaroba se ne esce tranquilla Susanna, lasciando
di sasso tutti e due. Il Conte si trova a dover chiedere scusa. Ma arriva il
giardiniere Antonio che si lamenta perchè qualcuno, saltando giù dal balcone, ha
rovinato i suoi gerani. Il Conte aguzza le orecchie. Arriva Figaro che,
avvertito in qualche modo dalle due donne, dice che è stato lui a buttarsi dal
balcone. Arrivano Marcellina, don Basilio e don Bartolo a reclamare che Figaro
paghi il suo debito sposando la vecchia. Il Conte assapora la vendetta. Sembra
proprio che non ci sia scampo per il giovane e per la sua fidanzata.
Atto terzo
Sala con due troni e preparata a festa nuziale
Susanna, spinta dalla Contessa, finge di averci ripensato e promette al Conte di
concedersi, in giardino, questa notte stessa. La Contessa infatti ha deciso che
se Cherubino non potrà recarsi all’appuntamento, ci andrà lei stessa, indossando
gli abiti di Susanna. Ma il Conte sente le parole di Susanna che
imprudentemente, uscendo dalla sala del trono dice a Figaro che sta per entrare:
hai già vinto la causa, alludendo alla causa con Marcellina. Il Conte è
furibondo di gelosia e di orgoglio ferito. Si arriva al giudizio, E' il Conte
stesso che sovrintende. Marcellina, appoggiata dal Conte, da don Bartolo e da
don Basilio, pretende che il debito venga pagato, ma si viene a scoprire, tra lo
stupore generale, che Figaro è suo figlio, frutto di una antica relazione con
don Bartolo. Il Conte è completamente spiazzato. Le due coppie decidono di
celebrare insieme i loro matrimoni.
La Contessa, sola e triste, pensa con nostalgia all’amore che un tempo il marito
provava per lei. Le due arie della Contessa, malinconiche e dolci, sono tra le
più belle di Mozart. Arriva Susanna che, sotto dettatura della Contessa, scrive
un bigliettino al Conte per confermare l'ora e il luogo dell'appuntamento.
L'atto finisce con la cerimonia della vestizione del velo bianco da parte delle
due sposine, Susanna e Marcellina, e con un ballo, durante il quale Susanna fa
scivolare in mano al Conte il bigliettino.
Atto quarto
Gabinetto
Il quarto atto inizia con Barbarina che cerca la spilla perduta. E' la spilla
con la quale la Contessa ha chiuso il bigliettino che poi Susanna ha passato al
Conte. Sul retro del bigliettino c'era la richiesta al Conte di restituire la
spilla come prova di aver ricevuto il messaggio. Figaro interroga la inesperta
Barbarina e viene a sapere che la sua fidanzata Susanna ha dato un appuntamento
al Conte. Amareggiatissimo, canta un'aria di sconforto:
FIGARO Aprite un po' quegli occhi / uomini incauti e sciocchi, / guardate queste
femmine, / guardate cosa son.
Folto giardino con due nicchie parallele praticabili
Arrivano in giardino Susanna, vestita da Contessa, e Contessa, vestita da
Susanna. Dietro un cespuglio Figaro soffre di gelosia. Susanna si accorge della
sua presenza e canta un inno all'amore, facendo intendere a Figaro, che nel buio
non vede che è vestita da Contessa, di aspettare con ansia l'incontro con il
Conte.
SUSANNA Giunse alfin il momento / che godrò senza affanno / in braccio all'idol
mio!
Arriva Cherubino, vede la Contessa e, per via del vestito, la scambia per
Susanna e prende a corteggiarla: so il motivo per cui sei qua, le dice, non fare
la ritrosa con me, visto che non la fai con il Conte. La Contessa cerca di
liberarsene, ma lui insiste. Arriva il Conte, che cerca Susanna e crede,
ovviamente, di vederla in quella donna che porta i suoi vestiti. Ma c'è
Cherubino vicino a lei. Intanto anche Figaro ha fatto in modo di avvicinarsi
furtivamente. Il Conte molla un ceffone a Cherubino. Cherubino si scansa e il
ceffone lo piglia Figaro, che si allontana, sempre più infelice. Anche Cherubino
scappa. Il Conte, solo con la finta Susanna, la corteggia appassionatamente e le
regala un brillante. La Contessa, sotto i panni di Susanna, trema di sdegno ma
mantiene i controllo. Poi la conduce verso il padiglione. Ma Figaro fa
appositamente baccano, per disturbare l'incontro d'amore. Il Conte manda dentro
la finta Susanna e va a controllare che non arrivi nessuno scocciatore. Ora sono
Figaro e la vera Susanna a essere soli in scena. Questa volta però Figaro
riconosce Susanna sotto i vestiti della Contessa. Si sente rinascere ma decide
di vendicarsi dello scherzo della fidanzata e si mette a corteggiarla come se
fosse la Contessa, dicendo: madama, i nostri due se la intendono, intendiamocela
anche noi. Susanna lo prende a schiaffi e allora lui, ridendo le dice che
l'aveva riconosciuta dalla voce. Pace fatta. Ma ecco che ritorna il Conte,
"l'uccellatore", come lo chiamano i due. Rapidamente Figaro e Suanna decidono di
approfittare dell'occasione per dare al donnaiolo una lezione e si mettono ad
amoreggiare. Il Conte vede Susanna vestita da Contessa abbracciata a Figaro e va
su tutte le furie. Per fortuna non è armato, ma chiama gente perché tutti
sappiano che sua moglie lo tradisce col barbiere. Arrivano tutti i personaggi
della commedia, davanti ai quali il Conte accusa sua moglie e resiste ad ogni
richiesta di perdono. E' il momento giusto perché faccia il suo ingresso la vera
Contessa. Tutto ormai è chiaro. Il Conte non può negare: ha cercato di tradire
la moglie, corteggiandola nei panni di Susanna. Ora è lui che, in ginocchio,
chiede perdono alla moglie, che, contrariamente a quanto lui poco fa ha fatto,
generosamente glielo concede. La musica del perdono scende dal cielo ed è una
musica tale da dare l'impressione che la pietà stessa di Dio stia scendendo
sugli uomini. Il finale è allegro: tutti a festeggiare i due matrimoni. E anche
Barbarina avrà il suo Cherubino, mentre Contessa e Conte, riuniti, godranno
forse di un ritorno di fiamma.
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