Atto primo
Bottega di caffè
A Napoli.
Provocati
da don Alfonso, vecchio esperto del mondo e disincantato
filosofo, gli ufficiali Guglielmo e Ferrando scommettono
cento zecchini sulla fedeltà delle loro fidanzate, Fiordiligi e Dorabella. Don Alfonso: È
la fede delle femmine / come l'araba fenice: / che vi
sia, ciascun lo dice; / dove sia, nessun lo sa.
Esse,
scommettono i due giovani, sapranno mantenersi fedeli in
ogni circostanza.
FERRANDO La mia Dorabella / capace non
è: / fedel quanto bella / il cielo la fe'. GUGLIELMO La
mia Fiordiligi / tradirmi non sa: / uguale in lei
credo / costanza e beltà.
Allora don Alfonso chiede ai
due di assecondarlo nell'inganno che lui predisporrà per
mettere alla prova la fedeltà delle due signorine.
Giardino sulla
spiaggia del mare
Le sorelle
Fiordiligi e Dorabella ammirano i ritratti dei
fidanzati, deiquali esaltano la bellezza e la fierezza.
Sono innamorate. Arriva Don Alfonso con la notizia che i
due giovani devono partire in tutta fretta per la
guerra. Arrivano i due ufficiali. L'addio è assai triste
e tutto pieno di promesse di eterno amore.
DORABELLA (piangendo) Due volte ancora
/ tu scrivimi, se puoi. FIORDILIGI (piangendo) Di scrivermi ogni giorno
/ giurami, vita mia! GUGLIELMO Non dubitar, mio bene. FERRANDO Sii, certa, o cara. DON ALFONSO (Io crepo, se non rido!).
La scena si scioglie in un terzetto dolcissimo,
cantato da Fiordiligi, Dorabella e don Alfonso. Soave sia il vento,
/ tranquilla sia l'onda, ed ogni elemento / benigno
risponda / ai nostri desir.
Camera gentile
Despina, la serva
maliziosa e spigliata delle due ragazze sole, dà
consigli alle due innamorate su come comportarsi quando
i findanzati sono lontani. Visto che gli uomini
sono infedeli sempre, anche le donne devono tradire e
"far all'amor come assassine". Le due, indignate,
rispondono che mai si comporteranno così. Don Alfonso
compra la complicità di Despina con la promessa di
denaro. Dovrà solo introdurre in casa due gentiluomini
stranieri. Entrano pertanto Ferrando e Guglielmo,
travestiti da nobili albanesi. Dorabella e Fiordiligi
reagiscono affermando ancora una volta la loro fedeltà
incrollabile.
FIORDILIGI Come scoglio immoto resta /contro i venti e la
tempesta, / così ognor quest'alma è forte / nella fede e
nell'amor.
Giardinetto gentile
Ma i due bellissimi
e nobili albanesi non hanno lasciato insensibili le due
giovani, che si confidano una con l'altra i loro turbamenti. Trambusto:
i due albanesi si sono avvelenati dalla disperazione. Arriva un medico, che
è Despina travestita. I due avvelenati risuscitano e
pretendono baci d'amore. Fiordiligi e Dorabella
rifiutano sdegnosamente.
Atto secondo
Camera
Despina cerca
nuovamente di convincere le signorine a mettere da parte
ogni scrupolo.
DESPINA Una donna a quindici anni / dèe saper ogni gran moda,
/ dove il diavolo ha la coda, / cosa è bene e mal cos'è.
Infine le due sorelle, rimaste sole, decidono di
accettare la corte dei nobili albanesi. Ma per suprema
ironia le coppie si invertono: Fiordiligi è intenzionata
ad accettare la corte di Ferrando e Dorabella quella di
Guglielmo. Arriva don Alfonso, che invita le due a
seguirlo in giardino.
Giardinetto alla
riva del mare
Le due coppie
passeggiano in giardino. Dorabella cede facilmente alla
corte di Guglielmo, mentre Fiordiligi oppone resistenza.
Rimasta sola, Fiordiligi canta i propri sensi di colpa
nei confronti di Guglielmo, che lei crede in guerra. I
due giovani travestiti si raccontano come è andata. Alla
notizia che Dorabella ha ceduto, Ferrando ci resta
malissimo. Visto che Fiordiligi non ha ceduto, Guglielmo
afferma che don Alfonso ha perso e pretende il pagamento
della scommessa, ma don Alfonso chiede ancora un po' di
tempo.
Camera con diverse
porte
Dorabella cerca di
convincere Fiordiligi a cedere, ma lei vuole addirittura
travestirsi da uomo e raggiungere Guglielmo al campo. Poco dopo
però non può resistere al veemente assalto amoroso
di Ferrando. Don Alfonso, vincitore, dice ai due
giovani abbacchiati di non prendere le cose troppo sul
serio.
DON ALFONSO L'amante che si trova alfin deluso / non condanni l'altrui, ma il proprio errore;
/ giacché,
giovani, vecchie, e belle e brutte, / ripetete con me:
«Così fan tutte!».