OPERAMONDO
Dans vos viviers,
dans vos étangs,
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FONETICA
1. LA
VOCE
Noi possiamo parlare perché respiriamo. Gli organi che
utilizziamo per parlare sono infatti gli stessi che utilizziamo per
respirare. In pratica noi modifichiamo, complicandolo, l’atto naturale e
semplice del respirare per produrre, attraverso queste modifiche, dei
suoni e dei rumori.
Quando respiriamo senza parlare, succede che attraverso il naso
inspiriamo aria, tramite la dilatazione della cassa toracica provocata
dalla muscolatura addominale e dal diaframma. Poi espiriamo con un
movimento contrario e l’aria esce da dove è entrata senza incontrare
ostacoli.
Se vogliamo parlare invece, non possiamo permettere all’aria di uscire
tranquillamente, ma dobbiamo frapporre ostacoli alla sua uscita. Infatti
non ci sarebbe modo di produrre suono affidandosi solo al flusso
dell’aria. Occorre che il flusso dell’aria che sale dai polmoni per
uscire dal nostro corpo incontri un ostacolo e nel superarlo prenda a
vibrare trasformandosi in suono. Questo ostacolo è prodotto
dall’avvicinamento delle corde vocali. Le corde vocali sono due
sporgenze cartilaginee che stanno nella laringe, sono elastiche e
coperte da una membrana mucosa. Per immaginarle dobbiamo pensare a due
protuberanze di gomma rivestita di seta, che stanno una di fronte
all’altra abbastanza distanti. Quando vogliamo parlare, tendiamo le
corde e le avviciniamo una all’altra, creando una valvola che blocca
l’uscita dell’aria. La pressione dell’aria che spinge da sotto, perché
compressa dal movimento muscolare addominale, aumenta fino a vincere la
resistenza delle membrane mucose e a superare l’occlusione con un
piccolo sbuffo. Ma nel momento stesso in cui si libera uno sbuffo, la
pressione inferiore diminuisce e così la tensione delle corde vocali
riesce nuovamente a chiudere la laringe. Questo avviene in una frazione
di secondo. Può avvenire alcune centinaia di volte al secondo. La
sequenza degli sbuffi è talmente rapida da generare una vibrazione. Il
suono prodotto dalla pura e semplice vibrazione delle corde vocali è
chiamato suono laringale ovvero voce.
Come si sa, un corpo vibrante più corto emette un suono più acuto di un
corpo vibrante più lungo. La voce delle donne e dei bambini è più acuta
di quella degli uomini proprio perché le corde vocali femminili e
infantili sono più corte, più o meno la metà di quelle del maschio
adulto.
Ma non siamo che all’inizio. L’aria vibrante deve ancora attraversare
quelle parti del nostro corpo che le daranno il suo caratteristico
colore, il timbro. Queste parti sono: la faringe, cioè la parte del tubo
respiratorio che sta sopra la laringe e prima della bocca; poi c’è la
bocca, la cui dimensione può variare per via della mobilità della
mascella e della lingua; e infine le fosse nasali, che in particolare
amplificano le formanti gravi del suono laringale. Per la loro funzione
nel generare il timbro vocalico queste tre parti del corpo prendono il
nome di risonatori. È la nostra conformazione anatomica che genera il
timbro della nostra voce, per cui il timbro è l’elemento più organico e
arcaico della dizione ed è possibile modificarlo solo in parte. Ma
attraverso esercizi di respirazione e di fonazione si può migliorare,
quando è necessario, anche questo aspetto della dizione.
Riassumendo: la voce è l'insieme delle onde sonore generate dalla
vibrazione delle corde vocali. L'altezza della voce è determinata dalla
dimensione della laringe e dalla conseguente lunghezza delle corde
vocali, mentre il timbro è determinato dal suono laringale amplificato
variamente dai risonatori.
1.1. Esercizi per la respirazione
Il punto di partenza della fonazione è quindi la respirazione. Per
ottenere una corretta fonazione occorre una corretta respirazione.
La respirazione perfetta è sotto i nostri occhi. Basta guardare come
respirano gli animali e i bambini piccoli. La loro è una respirazione
correttamente addominale. È la respirazione naturale, che spessissimo
però gli esseri umani adulti hanno perso.
Gli esercizi sono molto semplici. Vanno eseguiti ogni giorno, per pochi
minuti all’inizio, per arrivare a venti minuti giornalieri dopo qualche
settimana.
Ogni esercizio vale se il cervello controlla ciò che il corpo sta
facendo. Per cui non serve a niente fare gli esercizi che seguono senza
analizzare con precisione le varie fasi del processo e controllarle
mentalmente per migliorarle.
Lo scopo di ogni esercizio di respirazione è di rendere il nostro corpo
capace di respirare nella pancia. La muscolatura che governa il respiro
non è infatti nella parte alta del torace, come spesso erroneamente si
crede, ma nella fascia addominale. È lì che dobbiamo cercare la nostra
forza.
Primo esercizio
in piedi, mani sulle costole inferioriinspirare lentamente, attraverso
le narici, gonfiando il ventre, fluidamente, senza interruzioni e
sussultitrattenere per un attimo il respiroespirare attraverso la bocca,
lentamente, emettere tutta l’aria, ma senza eccessive contrazioni
addominali.
Attenzione
non sforzarsi a incamerare troppa aria: gli attori, a differenza dei cantanti, possono respirare quando vogliono. Quello che conta è che l’azione sia a livello addominale e che l’emissione avvenga con fluidità, senza sussultigonfiare il ventre non vuol dire sporgere la pancia in avanti, ma creare come un cuscino d’aria tra la cavità toracica e quella addominalequesto esercizio, facile per molti, per alcuni, abituati a respirare in alto, presenta grosse difficoltà: provare ad aiutarsi con l’immaginazione, pensando di dover gonfiare una salvagente stretto intorno alla panciaagire verso il basso, come nell’azione andare di corpo.
Secondo esercizio
Assomiglia al primo ma si fa piegati in avanti per verificare che la
dilatazione addominale interessi anche la parte posteriore: in piedi, piegarsi in avanti e appoggiare le mani posteriormente sulla parte bassa della cassa toracicainspirare in modo che le mani avvertano il gonfiarsiespirare dalla bocca sibilando.
Terzo esercizio
supini su una superficie durachiudere una narice e inspirare con l'altra (4 secondi)trattenere il respiro (8 secondi)espirare con l'altra narice, chiudendo quella con cui si era inspirato (8 secondi).
1.2. Esercizi per la portata sonora
Una volta trovata la giusta respirazione occorre rinforzare quelle parti
che concorrono a produrre il suono laringale: le corde vocali. È la
forza delle corde vocali che permette di ottenere una buona portata
sonora, cioè un volume adeguato.
Primo esercizio
Inspirare dal naso, poi emettere e sostenere il suono laringale, cioè un
suono che sia tra la a e la o, con i muscoli della faccia rilassati, la
lingua rilasciata sul palato inferiore, i denti leggermente aperti, la
laringe abbassata e rilassata come per sbadigliare. Sostenere
l'emissione con la fascia muscolare addominale con fluidità. Non devono
esserci zone vuote. In pratica la colonna d’aria vibrante deve essere
omogenea dall’inizio alla fine. Non serve che il suono duri tanto, è
necessario invece che sia sempre uguale e omogeneo, dall’inizio alla
fine. Pensare al famoso ohm dei monaci buddisti.
Secondo esercizio
Come il primo, ma aumentando e diminuendo il volume. Formare una
parabola regolare, con la parte ascendente simmetrica a quella
discendente. Appoggiare il suono sull’aria che esce. Partire da zero e
ritornare a zero.
Terzo esercizio
Come il secondo, ma aumentando e diminuendo il volume due, tre volte in
una sola emissione. Controllare sempre che le parabole siano regolari e
che il flusso non abbia rarefazioni o interruzioni.
Quarto esercizio
Inspirare dal naso, lanciare la voce davanti ai propri piedi a distanze
progressive pronunciando una esplosiva (p oppure t) a mezzo metro, un
metro, due metri, quattro metri, in modo che la forza della voce sia
proporzionale alla distanza.
Quinto esercizio
In un energico crescendo pronunciare a lungo e vibrandola bene la v e
finire con un forte ap, senza interruzioni.
Attenzione
Siccome il volume della voce è determinato dalla ampiezza delle vibrazioni delle corde vocali, e l’ampiezza della vibrazioni delle corde vocali è a sua volta determinata, come abbiamo visto, dalla forza con cui il flusso d’aria proveniente dai polmoni spinge contro di esse, c’è il rischio di credere che occorre irrigidire le corde vocali per creare più conflitto. È un errore. Le corde vocali devono essere sempre rilassate e libere di vibrare. È la forza dell’aria che spinge che ha il compito di generare la vibrazione adeguata. La forza, come abbiamo detto, è nella pancia e non nella gola. Se si agisce sulle corde vocali, come capita per esempio quando si grida malamente, si possono creare dei distacchi tra mucosa e base muscolare (tra seta e gomma, per riprendere l’esempio di prima) con conseguenti infiltrazioni e grossi problemi, tipo i calli alle corde vocali.
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