OPERAMONDO

Dans vos viviers, dans vos étangs,
Carpes,
que vous vivez longtemps!
Est-ce que la mort vous oublie,
Poissons de la mélancolie.

 

UN MONDO DI LIBRI

UN LIBRO DEL MONDO

 

LATORRE EDITORE

 

OPERA



 EURIDICE

DI JACOPO PERI

 

Melodramma messo in musica da Jacopo Peri nel 1600 su libretto di Ottavio Rinuccini.

Firenze, ottobre 1600 

I festeggiamenti per le nozze di Maria de' Medici col re di Francia Enrico IV aprono degnamente il secolo teatrale per eccellenza. Dopo aver assistito a Palazzo Pitti alla nuova meraviglia dell'arte italiana: il melodramma (Euridice di Ottavio Rinuccini e Jacopo Peri), gli invitati stupiscono alle invenzioni del Buontalenti per Il rapimento di Cefalo “composta dal sig. Gabriello Chiabrera e messa in musica da Giulio Caccini [...] alla presenza della Novella Regina, del card.le Legato, e di ben tremila gentiluomini e di ottocento gentildonne". (Federico Zuccari).  

 

TRAMA


Prologo
Dopo un prologo, cantato dalla personificazione della "Tragedia", la scena si apre su di un ambiente pastorale dove si celebrano le nozze di Orfeo con Euridice con i pastori che intonano il coro a 5 voci "Al canto, al ballo"; questo coro, che presenta vari passaggi in imitazione testimonia come «la tradizione contrappuntistica sia presente anche nel primo esemplare del nuovo stile monodico».

Successivamente Orfeo saluta i luoghi che lo vedono sereno, un brano giudicato da Massimo Mila il primo esempio storicamente noto di "recitar cantando". Subito dopo, preceduti dal suono di un triflauto, in un ambiente agreste, intervengono nell'ordine i pastori Tirsi e Dafne. Quest'ultima narra la vicenda di Euridice scomparsa dopo essere stata morsa da un serpente mentre era intenta a cogliere fiori. Segue il lamento di Orfeo "Non piango non sospiro" giudicato il vertice lirico e musicale dell'opera.

Nella scena successiva Orfeo, davanti alle porte dell'Averno, con l'intento di commuovere gli abitanti degli inferi, canta l'arioso "Funeste piagge". Dal punto di vista musicale si ha l'imitazione del pianto è realizzata con un contrattempo sull'esclamazione "Ohimè" e dall'inflessione armonica dalla dominante alla sensibile[3]. Proserpina interverrà per piegare Plutone, ed Euridice viene resa ad Orfeo. La scena è chiusa da un doppio coro di ombre degli inferi che l'assenza della voce di soprano rende di timbro scuro.

Si ritorna alla scena iniziale: ninfe e pastori si rallegrano per il ricongiungimento di Orfeo ed Euridice con cori che si alternano a danze, in sintonia con l'occasione nuziale che ha dato origine alla festa.

Anche Giulio Caccini, il quale aveva contribuito all'Euridice del Peri con alcune arie (l'aria di Euridice, l'aria del pastore e il coro "Al canto, al ballo") si pose a musicare, nello stesso anno, lo stesso testo del Rinuccini.


RUOLI E INTERPRETI DELLA PRIMA RAPPRESENTAZIONE


La Tragedia

soprano castrato

"Giovannino del Signor Emilio" (de' Cavalieri),
cioè Giovannino Boccherini


Euridice

soprano

Vittoria Archilei

 

Orfeo

tenore

Jacopo Peri

 

Arcetro

un pastore

contralto castrato

Antonio Brandi

 

Tirsi

un pastore

tenore

Francesco Rasi

 

Aminta

un pastore

tenore

Francesco Rasi


Dafne

una messaggera

soprano (voce bianca)

Jacopo Giusti

 

Venere

soprano castrato (in travesti)

Fabio, "castrato del Signor Emilio"

 

Plutone

basso

Melchior Palantrotti


Proserpina

soprano castrato (in travesti)

Fabio, "castrato del Signor Emilio"

 

Radamanto

tenore

Piero Mon

 

Caronte

basso

?

 

Choro di Ninfe e Pastori

 

Choro di ombre e Deità d'Inferno

 

 

 

 




 

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